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Per il nostro secondo giorno di viaggio in questo angolo di Occitania, decidiamo di prendere un treno regionale, destinazione Béziers, da dove abbiamo programmato di rientrare verso Sète percorrendo per circa 35 km il Canal du Midi, fino al Cap D’Agde per poi reimmetterci sulla pista ciclabile che da Marseillan Plage arriva a Sète, lungo le spiagge.

Arriviamo a Béziers a inizio mattinata e partiamo subito alla scoperta di questa città, conosciuta più per aver accolto il primo sindaco del Front National di Marine le Pen che per le sue bellezze artistiche davvero notevoli. Il centro storico si trova in alto rispetto alla stazione ferroviaria e dopo una lunga salita giungiamo accanto alla Cattedrale di San Nazario e San Celso con il suo grande belvedere che domina tutta la valle sottostante.

 

Béziers fu sede episcopale à partire dal ‘760 e la sua cattedrale è uno degli edifici emblematici della città eretta a margine dei bastioni romani e medievali della città antica. Costruita sui resti di una precedente cattedrale romanica, che fu bruciata durante la crociata contro i Catari,  la cattedrale odierna fu ricostruita senza pero essere mai completata per mancanza di fondi, come si può notare dal chiostro, mai terminato. 

  

   

 Attraverso il chiostro si accede al giardino dei Vescovi, costruito a terrazzamenti dai quali si gode una vista incredibile sulla valle dell’Orb e sul Mediterraneo.

Dopo aver ammirato il panorama dal belvedere, siamo pronti a ripartire per immetterci sul Canal du Midi dopo aver attraversato il Pont Vieux caratterizzato dalle sue 15 arcate.
Lungo 241 metri fu per molto tempo l’unica possibilità di accesso sulla strada che da Marsiglia portava a Toulouse.

Bisogna dire che il canale du Midi è in sé una esperienza a parte. Si tratta dei uno dei canali più famosi e meglio organizzati di Francia per il turismo fluviale. In realtà è da diversi anni che progettiamo di fare un viaggio itinerante sul canale del Midi e, diciamolo senza equivoci, che questa piccola tappa che si snoda nella sua parte finale ci ha permesso di avere un primo assaggio e credeteci, moltissima voglia di ritornarci a percorrerlo più a lungo.

Questo canale, infatti, che collega Tolosa al Mar Mediterraneo fu costruito intorno al XVII secolo ed è un'opera d'ingegneria eccezionale che rivoluzionò completamente il trasporto fluviale e il traffico nel mezzogiorno della Francia. Il Canal du Midi è uno dei più antichi canali in Europa ancora in funzione. Dal 1996, è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Chi dice canale, dice cammino di traino e monotonia perché i paesaggi sono spesso tutti uguali per chilometri e chilometri.

In realtà anche se abbiamo percorso un minuscolo tratto ci siamo resi conto di come questo sia soltanto un pregiudizio. Bisogna sapere, infatti che in realtà il canal du Midi è caratterizzato da paesaggi molteplici e variabili e lungo il suo percorsi ci si può imbattere in numerose imbarcazioni trasformate in ristoranti o uffici del turismo, chiuse di varie forme e dimensioni ma soprattutto paesini pittoreschi e colorati tipici del sud della Francia.

Contrariamente a quello che si può immaginare il canale non è assolutamente una linea retta, anzi, si snoda principalmente attraversando campagne e paesaggi bucolici che evolvono man mano che lo si percorre

Certamente quando girate la testa a destra o a sinistra il canale non sparisce ma la sua vegetazione varia in maniera sorprendente alternando zone lussureggianti di verde e di platani completamente protette dal sole, ad altre dove la vegetazione si fa più rara e i terreni più aridi. Lungo il suo percorso non è raro incontrare vigneti, campi coltivati, stagni e paesini colorati e passare rapidamente da una pista ciclabile asfaltata al sentiero di ghiaia e terreno.

Con nostro immenso piacere scopriamo che il percorso lungo il fiume è, in realtà, più adatto alla mountain bike che alle bici da strada ed è forse per questo che non incrociamo molti ciclisti né famiglie con bimbi al seguito, come ci è già accaduto in altre occasioni.

Il viaggio diventa quasi bucolico e davvero rilassante poco prima dell’arrivo a Agde, cittadina molto meno conosciuta e frequentata che la sua stazione balneare sul Mediterraneo, il Cap d’Agde, dove ci sono le spiagge e i ristoranti turistici.

 

Un breve giro nel centro storico deserto di questo borgo chiamato nell’antichità "Agathé Tyche" che vuol dire “buona fortuna”, ci permette di scoprire le sue costruzioni medioevali dal caratteristico colore scuro, tipico della pietra vulcanica del vicino vulcano spento che da il nome alla città, e che, spesso, ha fatto chiamare questo borgo dell’Herault, la perla nera. Basta camminare per qualche minuto fra le sue tipiche stradine, lungo le banchine del porto fluviale o percorrere i bastioni, per immergersi immediatamente in un’atmosfera unica e compiere un rapidissimo viaggio attraverso i secoli. Fra le sue viuzze, rimarcabile esempio dell’architettura romanica, scopriamo l'antica cattedrale di Saint-Etienne, uno degli esempi più interessanti di chiese fortificate che sembrano pullulare in questa  regione. La chiesa fu costruita a partire dall’ 872 e fortificata intorno al 1200.

Caratterizzata dal tipico colore scuro della pietra basaltica questa fortezza è ricca di nicchie e caditoie difensive che forgiano la sua immagine di roccaforte, rafforzata anche per la presenza del bastione-campanile che culmina a 35 metri di altezza.

Ma è già tempo di riprendere la nostra strada non senza une breve pausa sulle spiagge del Cap D’Agde, da dove si gode di una vista privilegiata sulla baia di Sète che ci appare da lontano come un miraggio. E non è un caso che parliamo proprio di miraggio perché gli ultimi 25 kilometri di questo straordinario percorso si riveleranno un piccolo incubo, complice un maestrale intenso che già da qualche ora soffia sulla regione. 

Nonostante la strada sin qui percorsa non sia stata particolarmente ardua, è necessario precisare che a questo punto del nostro percorso abbiamo già macinato 35 km essenzialmente su sterrato e i ciclisti più esperti potranno confermare che non è assolutamente la stessa cosa percorrere 30 km di sterrato in mountain bike o farne 30 su strada con una bici da corsa. 

Insomma, lo avrete capito, siamo già abbastanza stanchi e avevamo previsto un rientro in treno. Questa pista ciclabile asfaltata che tira dritto fra le dune e le spiagge fino a Sète pero' ci tenta non poco… e poi, in fondo solo 25 km ci separano dall’agognata meta!

Decidiamo quindi di continuare la nostra strada in bici, mentre il regionale Agde-Sète ci sorpassa alla nostra sinistra portando con sé le ultime possibilità di rientro in treno..

Qualche minuto dopo, pero' rimpiangeremo molto questa scelta perché perché per tutto il pomeriggio il Mistral, vento tipico di queste regioni, decide di renderci la vita un po’ più complicata, grazie alle sue raffiche contrarie che sfioravano i 60 km/h, accompagnate da spruzzi di sabbia e dalle nostre bestemmie. Gli ultimi chilometri del nostro cammino si sono rivelati, cosi, un vero e proprio calvario. La città di Sète sullo sfondo ci sembrava sempre più lontana e la pista ciclabile ricoperta ormai da uno spesso strato di sabbia ci ha costretto più volte a scendere di sella. 

Arriviamo a Sète sfiniti ma contenti e pronti per affrontare, ovviamente dopo una bella notte di riposo, l’ultimo tratto del nostro viaggio in queste terre.