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Dopo una ricca colazione che Nathalie ci ha preparato esclusivamente con prodotti locali, molti dei quali fatti a mano da lei stessa, ci prepariamo al primo vero giorno di visita di questa zona umida che raccoglie oltre 3000 stagni, in gran parte privati, e che tradizionalmente sono utilizzati per l'allevamento di pesci.
Oltre 2 000 tonnellate di pesce vengono catturati ogni anno tra ottobre e marzo secondo un rituale che affonda le sue radici nei secoli.

Come ci spiega Emmanuel, che è figlio di questi luoghi e fra questi stagni è cresciuto, gli stagni sono collegati fra di loro attraverso una fitta rete di condotte sotterranee che permettono di svuotare uno stagno in quello sottostante permettendo di abbassare il livello delle acque e recuperare, cosi il pesce. Questa tecnica necessita una coordinazione perfetta ma soprattutto una ottima intesa fra i proprietari perché il destino di ciascuno dipende da quello del proprio vicino.

Il nostro percorso odierno prevede di fare un tour completo della zona umida seguendo uno dei percorsi suggeriti dall’ufficio del turismo. Il nostro tour comincia a Mézières-en-Brenne che però dista una ventina di chilometri da Vendoeuvres. Problema risolto in un attimo da Emmanuel la cui struttura si pregia del marchio “Acceuil vélo” e che quindi ci propone di caricare le bici nel suo furgoncino e risparmiarci qualche ora di pedalata per trasportarci all’ingresso del nostro percorso.

Arrivati a Mézières-en-Brenne, dopo un brevissimo tour di questo borgo medievale, ci immergiamo subito nell’atmosfera calma e rilassante di questi luoghi incantati, dove il silenzio regna sovrano in questa mattina di inizio agosto, il sole illumina un cielo limpido e blu e la temperatura sale vertiginosamente verso i 30 gradi.

Pochi minuti ci separano dalle riserve naturali che si raggiungono attraverso stradine di campagna solitarie e dove, non è necessario ricordarlo, ci sentiamo perfettamente a nostro agio, prendendo il tempo di assaporare ogni singolo dettaglio, perché viaggiare significa anche questo.

Zona umida di importanza internazionale, la Brenne è una delle più grandi aree continentali francesi di questo tipo. I suoi suoli poveri e argillosi spiegano il perché queste terre siano state utilizzate per la creazione di stagni (tutti artificiali) e per l’allevamento di bestiame, piuttosto che per l’agricoltura, poco consona a questo tipo di terreno.

Perfettamente conservato, questo territorio rimane un terreno fertile molto importante per le innumerevoli specie gli uccelli migratori che qui ritrovano una perfetta area di riposo prima di affrontare il lungo viaggio che li porterà a passare l’inverno in Africa.

Delle oltre 200 specie che trovano qui trovano rifugio e cibo, ben 150 nidificano fra la fitta vegetazione che orna gli stagni.

Prima zona di insediamento francese per una tartaruga acquatica in via di estinzione, il parco ospita anche molte specie di insetti e soprattutto libellule.

 

  

La riserva naturale conta numerosi posti di osservazione, piccole capanne in legno, perfettamente mimetizzate e organizzate per permettere l’osservazione della fauna selvatica senza disturbarla.

Grazie al nostro binocolo possiamo osservare intere colonie di aironi ed altre specie ma ne approfittiamo anche per trovare un po’ di riposo e di protezione dalla calura esterna.

  

Il percorso suggerito ha una lunghezza di circa quaranta chilometri ma è tutto perfettamente piano e si può, quindi, facilmente realizzare in un giorno, con molta calma, cercando di approfittare al massimo dei paesaggi. 

Si snoda fra stradine di campagna o percorsi ciclabili perfettamente organizzati e segnalati e permette di attraversare l'intera regione di stagno in stagno.

  

  

Ma la Brenne non è solo un grande patrimonio naturale perché il suo territorio possiede numerose attrattive patrimoniali;
Un patrimonio ricco, spesso sconosciuto, costruito all’immagine delle piccole case tradizionali o dei numerosi castelli e abbazie che testimoniano del ricco passato di queste terre e seduce i visitatori con i suoi colori cangianti che variano dal rosso delle pietre arenare al bianco immacolato del calcare.

Percorrendo le numerose stradine di campagna, lontano dai rumori e dal traffico, è possibile svoltare per visitare i vari paesini caratteristici che si affacciano su questi stagni, borghi medievali dove i numerosi produttori locali potranno farvi gustare ogni ben dio, dal miele alle confetture, dai prodotti ittici affumicati sul posto ai formaggi, fra cui spicca fra tutti il caprino Pouligny-Saint Pierre, unico formaggio di capra a pregiarsi del marchio AOP, denominazione di origine protetta, dalla tipica forma piramidale che secondo la leggenda sarebbe ispirata alla forma del campanile della chiesa cittadina.

Nel tardo pomeriggio, un po’ stremati dal caldo, decidiamo di ritornare verso la nostra maison d’hôtes per un secondo tuffo nella cucina tipica locale. Stasera al menu: Paté del Berry, quaglia farcita, torta di mele ed una ricca selezione di formaggi locali, il tutto annaffiato da un ottimo rosé. Ci sistemiamo in giardino, con Nathalie, Emmanuel e la loro bellissima figlia Margot, per chiacchierare e raccontare, condividere le nostre emozioni e le nostre storie familiari, a volte dolorose, a volte affascinanti o divertenti, mentre un maestoso cervo fa capolino, in fondo al “suo” giardino, come ogni sera a salutare discretamente i suoi ospiti.