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E' nel lontano 1945 che Aristide Lombard, il nonno del proprietario attuale, compro' da un nobiluomo belga che precedentemente possedeva in queste terre il Castello di Lancosme, una vasta proprietà di oltre 200 ettari di prati e foreste tra cui il castello dell'Hermitage e le terre che si estendono fino al piccolo borgo di Vendœuvres.

La  storia delle case del Coudreau si intreccia  con quella delle terre di Lancosme e del suo castello. Costruite a partire dal 1850 dal capo mastro della famiglia Crombez proprietari di questi luoghi le abitazioni della proprietà furono abitate fino al 1975. Da quel momento questo luogo carico di storia e di ricordi di un passato industriale non tanto lontano fu lasciato al completo abbandono se non fosse stato per il coraggio del nipote del proprietario Emmanuel e di sua moglie Nathalie che con passione ed una straordinaria energia hanno saputo ridare vita a questi luoghi.

Diciamolo subito, l’incontro che stiamo per fare con i proprietari è uno di quelli che raramente si dimenticano e che segneranno questo nostro viaggio, forse l’incontro più interessante e emozionante che abbiamo mai fatto durante le nostre peregrinazioni.

Perché Nathalie e Emmanuel ci hanno fatto sentire davvero a casa e questo, credeteci, non è il classico modo di dire. Sin dal primo istante una scintilla si é accesa nell'aria facendo scattare qualcosa in noi e quando alla fine del nostro brevissimo viaggio abbiamo lasciato questi luoghi , è stato come se in realtà ci avessimo già vissuto da tempo e che stessimo salutando dei vecchi amici. 

Nathalie e Emmanuel ci hanno aperto il loro cuore, ci hanno raccontato la loro storia familiare, le loro difficoltà a recuperare questi luoghi ma soprattutto ci hanno trasmesso la loro passione ed il loro amore per il lavoro fatto bene.

E poi Nathalie, oltre che una perfetta padrona di casa, é anche una fantastica cuoca e durante i due giorni della nostra permanenza ci ha fatto scoprire le ricchezze culinarie di queste terre, dalla carpa affumicata al paté del Berry, passando per la quaglia farcita, che, devo confessarlo, è stata la prima quaglia della mia vita.

Costruito nel cuore di un'antica zona paludosa che ha necessitato più di trent'anni di bonifiche varie, il Coudreau ospitava una produzione di mattoni e comprendeva cinque grandi fornaci a legna per il trattamento della calce.
Le vestigia di questo insediamento industriale sono ancora presenti nella tenuta, compresa la casa del direttore trasformata da Nathalie e Emmanuel per accogliere i loro ospiti.

Nathalie e Emmanuel hanno voluto sottolineare questo legame attraverso i nomi dati alle camere e agli oggetti che arredano le due camere situate al primo piano della residenza e i due alloggi indipendenti che costituiscono le due ali della casa.

I nomi stessi delle camere e degli alloggi tendono a ricordare il passato e la maestà di questi luoghi. E cosi, se uno di loro si chiama “Brocard”, in memoria del piccolo cervo che trovava rifugio nelle rovine della casa prima della sua ristrutturazione l'altro alloggio si chiama "Salamandra" visto che nella cantina sottostante evolvono ancora oggi questi piccoli anfibi.

 

  

Passeggiando attraverso questa vasta proprietà di oltre 300 ettari totalmente accessibili ai viaggiatori, in bici, a piedi o cavallo, ad ogni angolo ci si imbatte in un pezzo di storia.

Sia che si tratti dei resti dell'ex piccola ferrovia che collegava la cava della calce ai locali operativi, della vecchia foresteria dei lavoratori, dell'azienda agricola e delle sue scuderie, la storia di questa tenuta riappare ad ogni angolo. Persino l’antica cava è stata trasformata in un bacino di pesca accessibile ai visitatori per offrirle una seconda vita e sottrarla, cosi, all’incuria.

La ristrutturazione della tenuta è stata realizzata secondo le regole del Feng Shui che uniscono modernità e passato con numerosi richiami alle origini del luogo, come i mattoncini prodotti in questi luoghi che sono stati ritrovati durante i lavori di ristrutturazione. Dopo aver consumato una fantastica cena, ci congediamo dai padroni di casa per offrirci una notte di meritato riposo e ci ritiriamo nella nostra stanza.