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 Arriviamo a Chaumont en Vexin verso fine pomeriggio. E domenica e a parte un bar non c’è nulla di aperto in questo borgo attraversato dalla strada dipartimentale 923.

Non è certamente per caso che l’albergo dove abbiamo scelto di passare la notte si presta perfettamente alla sosta dopo un lungo viaggio. Esso, infatti, è stato costruito riadattando e restaurando un’antica stazione di posta. Ai tempi dei trasporti a trazione animale, questi luoghi erano adibiti alla sosta temporanea dei corrieri, delle vetture private e delle diligenze che trasportavano persone, merci e corrispondenza, principalmente per effettuare il cambio dei cavalli.

La sosta nelle stazioni rappresentava anche la fermata per la salita e la discesa dei passeggeri che qui potevano, se lo desideravano, passare la notte prima di riprendere il loro viaggio e ristorarsi.

Queste stazioni, disposte lungo le maggiori strade a distanze abbastanza regolari di circa otto, dieci chilometri consistevano in uno spiazzo centrale a margine della strada, su cui insistevano uno o più edifici che ospitavano le scuderie dei cavalli, le rimesse delle carrozze, una bottega del maniscalco, la biglietteria, il deposito bagagli, una locanda o osteria.

Il nostro albergo rispecchia perfettamente questa configurazione e il restauro per la sua trasformazione è in perfetta armonia con la costruzione d’origine.

Non potevamo fare scelta migliore per concludere questo nostro primo giorno di viaggio, ma è già ora di cena, abbiamo fame e bisogna partire altrove alla ricerca di qualcosa da mangiare, visto che il ristorante annesso all’albergo è chiuso.

Malgrado tutti i nostri sforzi e le preziose indicazioni del gestore dell’albergo tenuto conto anche del numero limitato di possibilità, non riusciamo a trovare nulla da mettere sotto i denti e rassegnati ci indirizziamo verso l’unico minimarket ancora aperto.

Abbiamo davvero bisogno di un pasto caldo per rifocillarci e non possiamo fare altro che acquistare due piatti pronti, di salsicce e fagioli che nonostante tutto riusciamo ad intiepidire, scaldandoli dopo una immersione nell’acqua bollente della vasca da bagno. Anche questi imprevisti fanno parte dell’avventura e servono a rendere il viaggio ancora più interessante.

 Dopo una bella notte di sonno e di riposo ci svegliamo abbastanza presto con il canto degli uccelli e prima di fare colazione decidiamo di esplorare questo minuscolo borgo ancora completamente deserto alle prime luci del giorno. Nonostante le sue dimensioni ridotte, Chaumont en Vexin possiede numerosi monumenti e siti di interesse.

In primo luogo, la chiesa di San Giovanni Battista, consacrata nel 1554, che si erge su un fianco della collina in una posizione pittoresca da dove domina tutta la città. La chiesa è costruita in stile tardo gotico tranne la torre e timpano che ritrovano uno stile più rinascimentale. Il portale di ingresso ricorda moltissimo quello di Gisors. 

 

La chiesa presenta una ricca decorazione sia in facciata che all’interno dove si ritrovano tutti i canoni estetici del gotico fiammeggiante, in particolare le volte composte da venature prismatiche e costoloni diagonali che le conferiscono una forma stellata. La chiesa conserva anche una preziosa tela rinascimentale rappresentante la decapitazione di san Giovanni Battista.

Proseguiamo la scoperta del borgo attraversando a piedi le sue stradine ornate di fiori e di case dalla tipica fattura normanna.

   

   

Altra particolarità e attrazione locale è costituita da un enorme e centenario platano, situato al centro della piazza principale del paese. Dall’alto dei suoi 30 metri di altezza e orgoglioso dei suoi 7 metri di diametro, questo platano eccezionale sarebbe stato piantato tra il 1793 e il 1805 da un giardiniere locale che avrebbe piantato i semi importati dalla Siria dal Cardinale di Bellay. La sua chioma copre una superficie di circa 450 meri quadri. Molti sono i personaggi che si sono riposati all’ombra di questo maestoso albero che è stato iscritto nel registro degli alberi notevoli e storici.

La sua presenza benevola ci accompagna in questo ultimo tratto del nostro viaggio.

 

Dopo la colazione, infatti, riprendiamo il percorso su stradine di campagna che attraversano boschi e campi coltivati a perdita d’occhio e approfittando ancora di qualche attimo per visitare i borghi che si susseguono con le loro chiesette e belle dimore nobiliari, prima di riprendere il treno per Parigi e concludere questa meravigliosa avventura.