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Per questo nostro quarto viaggio abbiamo deciso di portarvi alla scoperta del parco regionale del Vexin, poco conosciuto ma ricco di verde, di corsi d’acqua e di paesaggi incontaminati a un centinaio di kilometri da Parigi. Questo parco si trova ai confini tra l'ile de France e la Normandia.

Il percorso che vi proponiamo oggi, realizzato in due giorni, si snoda in parte lungo un tratto della Avenue Verte che collega Parigi a Londra, attraverso i paesaggi incontaminati dei due Vexin, quello francese e quello normanno collegati fra loro dalla valle del fiume Epte.

 Il tratto percorribile lungo il fiume Epte comincia all’altezza del borgo di Bray-et-Lu. Per raggiungere questo percorso ci sono diverse possibilità. Noi abbiamo scelto di cominciare la nostra avventura da Vernon, dove giungiamo grazie al Transilien J a partire dalla Gare Saint Lazare, sul quale, come al solito, imbarchiamo le nostre bici.

 

 La scelta di Vernon non è casuale, perché questo borgo di 30 000 abitanti è la porta d’accesso al ben più conosciuto borgo di Giverny dove Claude Monet elesse residenza e dove si inspirò per le sue altrettanto famose ninfee.

Ed è in effetti verso Giverny, che ci dirigiamo appena sbarcati dal treno, facendoci strada fra nugoli di giapponesi armati di macchina fotografica, pronti a mitragliare la residenza di uno dei padri dell’impressionismo francese. Poiché non è certo la prima volta che visitiamo questo borgo e la casa di Monet, non ci attardiamo troppo fra gli stagni e i fiori di questa splendida residenza signorile anche perché in questo inizio di giornata è già ampiamente sovraffollata.

Decidiamo quindi di dirigerci direttamente verso la prima tappa del nostro percorso: Gisors.

L’uscita da Vernon è alquanto brutale, siamo subito messi davanti ad una salita con pendenze non indifferenti e nonostante la scorciatoia fra i boschi siamo costretti a mettere piede a terra per poter andare avanti, ma a parte questo inizio complicato il resto del percorso non presenterà nessuna difficolta.

I nostri sforzi sono ampiamente ripagati dai paesaggi che percorriamo.

  

Il nostro percorso si snoda infatti lungo strade poco frequentate e campi coltivati a cereali. I paesaggi sono veramente magnifici e ci danno l’impressione di attraversare un dipinto impressionista.

  

  

Il verde dei campi è costellato di macchie rosse di enormi distese di papaveri ed è con questa quadro naturale impresso nei nostri occhi che attraversiamo i borghi di Heubécourt-Haricourt e Ecos, caratterizzati dalle tipiche costruzioni normanne.

  

Una piccola pausa per fotografare il centro storico e ripartiamo sul nostro cammino. Dopo qualche chilometro abbandoniamo la strada asfaltata per dirigersi sul cammino che scorre lungo il fiume Epte, all’altezza di Bray-et-Lu.

Come tutti i percorsi lungo i fiumi, anche questo lungo la valle dell’Epte colpisce per la sua natura incontaminata. Il percorso non è asfaltato e questo aggiunge un pizzico di avventura in più. In realtà un grande dibattito è in corso per decidere se le veloroutes attraversanti il territorio francese debbano essere asfaltate per rispondere alle regole di sicurezza più generali e permettere il loro attraversamento al maggior numero di persone ed in particolare alle famiglie con bimbi al seguito o lasciarle al loro stato naturale.

 

Per quello che ci riguarda la risposta è abbastanza ovvia, meglio la natura che l’asfalto, ma questa è la nostra opinione personale e il dibattito non smette di infuocarsi sui forum specializzati.

Dopo aver percorso una ventina di chilometri in una natura incontaminata e accompagnati dal canto degli uccelli, unica perturbazione al silenzio profondo che regna in queste valli, giungiamo a Gisors, borgo medievale che nasconde fra le sue vecchie mura un segreto vecchio di secoli.

 


 

Capitale del Vexin Normanno, Gisors si trova all'incrocio tra Normandia, Picardia e Ile-de-France. Grazie a questa sua posizione di cerniera fra queste tre regioni, la città si è naturalmente arricchita di un vasto patrimonio architettonico e storico che presenta, quindi, caratteristiche comuni a queste tre regioni. Città medievale per eccellenza, Gisors offre ai visitatori che vagano per le sue strade e vicoli, un patrimonio prestigioso che si è sviluppato e arricchito in diversi secoli.

Prima di tutto l'imponente castello feudale, che domina la città dalla cima della collina.

Questo straordinario esempio di costruzione militare del Medioevo riprende i canoni delle fortificazioni Anglo-Normanne e francesi.

 

In realtà poco rimane ancora in piedi del glorioso castello di Gisors, che era circondato da imponenti mura di cinta decorate con torri di avvistamento dalle molteplici forme, di cui alcuni resti sono ancora visibili sul sito e da grandi torri monumentali come la Torre del Prigioniero, torre circolare su tre livelli, voluta dai re di Francia,

 La fine della fortezza di Gisors è siglata nel 1605 da Sully che deciderà il suo smantellamento come per molti altri siti militari francesi, una volta che questi siti avevano perso il loro interesse strategico e militare.

 

La corte inferiore, è stata trasformata oggi in un parco pubblico, dove si può riposare all’ombra degli alberi secolari che con le vecchie e austere mura dell’antico castello conservano preziosamente il segreto della misteriosa leggenda del tesoro dei Templari.

 

Infatti, se è storicamente provato che i Templari hanno vissuto e custodito a lungo questi luoghi, non vi è alcuna prova fisica della presenza di questo tesoro che pero anima i discorsi degli abitanti di questo piccolo borgo.

La leggenda del tesoro dei tempalri nasce negli anni 50, quando il custode e giardiniere del castello, un certo Roger Lhomoy, comincio’ a intraprendere, senza alcuna autorizzazione, una serie di scavi clandestini mirati ad esplorare i sotterranei del castello. L'uomo affermò ai suoi concittadini di aver scoperto fra le molte cavità e sale sotterranee, la leggendaria cappella di Santa Caterina la cui presenza era stata evocata in alcuni scritti antichi. 

Questa cappella che sarebbe opera dei Templari conteneva, secondo le asserzioni del vecchio custode, numerosi scrigni in argento, statue e iscrizioni dai simboli mistici.

Il sindaco del borgo così come molti altri abitanti, una volta sul posto, rifiutarono di introdursi negli stretti cunicoli e corridoi di fortuna realizzati dal Lhomoy, perché troppo profondi e pericolosi e ordinarono al poveruomo di richiudere il tutto, sigillando per sempre fra quelle mura e nelle sole parole del vecchio custode il segreto dei Templari.

   

 

 

 

Ma questa storia riemerse circa dieci anni più tardi, quando il vecchio custode, non contento della sua impresa, racconto le sue imprese ad un giornalista di una rivista locale che riporto, dunque, alla ribalta delle cronache questa antica leggenda e spinse il ministero della Cultura francese a finanziare nuovi scavi archeologici.  Gli scavi, organizzati nel 1964 non rivelarono la presenza di nessuna cappella né di alcun tesoro dei Templari. Gli unici risultati di questi scavi e quelli del giardiniere pochi anni prima furono i numerosi danni provocati alle strutture del castello e l'indebolimento delle sue fondamenta.

Ma ancora oggi questa leggenda aleggia sulla città per la gioia dei numerosi turisti che vengono qui ad ascoltarla durante lo spettacolo di proiezioni luminose e suoni che ogni anno l'ufficio del turismo organizza per rievocare la leggenda dei Templari. Ma è già giunta l’ora di lasciare questi luoghi misteriosi e ricchi di storia per esplorare il villaggio e le sue viuzze.

Tra monumenti di notevole interesse di Gisors vi è la Chiesa di St. Gervais e St. Protais, che per le sue imponenti dimensioni ambisce al ruolo di Cattedrale. La chiesa rappresenta un bellissimo esempio di eclettismo architettonico mescolando stili diversi che vanno dal Gotico al Rinascimento.

La Chiesa di Saint-Gervais e Saint-Protais è uno dei più bei monumenti religiosi della Normandia ed è spesso paragonato alla Cattedrale di Senlis.

     

Purtroppo, non abbiamo potuto visitare il suo interno, ricco di decori e di vetrate colorate, perché la chiesa era chiusa al momento del nostro passaggio. Ci accontentiamo, quindi delle descrizioni sommarie contenute negli opuscoli recuperati qualche ora prima della chiusura all'ufficio del turismo.

Per continuare, quindi, la nostra scoperta di questo piccolo borgo di Normandia, ci avventuriamo fra gli stretti vicoli medievali per fare una piccola sosta davanti a quello che rimane di una vasta rete di lavatoi disseminati lungo il corso del fiume Epte.

Il rapporto tra l'acqua e la città è onnipresente e intimo. Questo fiume, che attraversa in pieno il centro storico del borgo, rappresentò per molti secoli il simbolo dell'attività economica di Gisors fino alla seconda guerra mondiale.

Nel Medioevo con conciatori e calzolai, poi nel XVII e XVIII secolo con i manufatti di lenzuola, pizzi e arazzi e, infine, nel XIX e XX secolo con le industrie della filatura e tessitura del cotone e della tintoria.

Ma è già ora di riprendere il nostro cammino, per raggiungere la destinazione finale di questa lunga giornata, Chaumont en Vexin, dove abbiamo prenotato la nostra camera per la notte.


 Arriviamo a Chaumont en Vexin verso fine pomeriggio. E domenica e a parte un bar non c’è nulla di aperto in questo borgo attraversato dalla strada dipartimentale 923.

Non è certamente per caso che l’albergo dove abbiamo scelto di passare la notte si presta perfettamente alla sosta dopo un lungo viaggio. Esso, infatti, è stato costruito riadattando e restaurando un’antica stazione di posta. Ai tempi dei trasporti a trazione animale, questi luoghi erano adibiti alla sosta temporanea dei corrieri, delle vetture private e delle diligenze che trasportavano persone, merci e corrispondenza, principalmente per effettuare il cambio dei cavalli.

La sosta nelle stazioni rappresentava anche la fermata per la salita e la discesa dei passeggeri che qui potevano, se lo desideravano, passare la notte prima di riprendere il loro viaggio e ristorarsi.

Queste stazioni, disposte lungo le maggiori strade a distanze abbastanza regolari di circa otto, dieci chilometri consistevano in uno spiazzo centrale a margine della strada, su cui insistevano uno o più edifici che ospitavano le scuderie dei cavalli, le rimesse delle carrozze, una bottega del maniscalco, la biglietteria, il deposito bagagli, una locanda o osteria.

Il nostro albergo rispecchia perfettamente questa configurazione e il restauro per la sua trasformazione è in perfetta armonia con la costruzione d’origine.

Non potevamo fare scelta migliore per concludere questo nostro primo giorno di viaggio, ma è già ora di cena, abbiamo fame e bisogna partire altrove alla ricerca di qualcosa da mangiare, visto che il ristorante annesso all’albergo è chiuso.

Malgrado tutti i nostri sforzi e le preziose indicazioni del gestore dell’albergo tenuto conto anche del numero limitato di possibilità, non riusciamo a trovare nulla da mettere sotto i denti e rassegnati ci indirizziamo verso l’unico minimarket ancora aperto.

Abbiamo davvero bisogno di un pasto caldo per rifocillarci e non possiamo fare altro che acquistare due piatti pronti, di salsicce e fagioli che nonostante tutto riusciamo ad intiepidire, scaldandoli dopo una immersione nell’acqua bollente della vasca da bagno. Anche questi imprevisti fanno parte dell’avventura e servono a rendere il viaggio ancora più interessante.

 Dopo una bella notte di sonno e di riposo ci svegliamo abbastanza presto con il canto degli uccelli e prima di fare colazione decidiamo di esplorare questo minuscolo borgo ancora completamente deserto alle prime luci del giorno. Nonostante le sue dimensioni ridotte, Chaumont en Vexin possiede numerosi monumenti e siti di interesse.

In primo luogo, la chiesa di San Giovanni Battista, consacrata nel 1554, che si erge su un fianco della collina in una posizione pittoresca da dove domina tutta la città. La chiesa è costruita in stile tardo gotico tranne la torre e timpano che ritrovano uno stile più rinascimentale. Il portale di ingresso ricorda moltissimo quello di Gisors. 

 

La chiesa presenta una ricca decorazione sia in facciata che all’interno dove si ritrovano tutti i canoni estetici del gotico fiammeggiante, in particolare le volte composte da venature prismatiche e costoloni diagonali che le conferiscono una forma stellata. La chiesa conserva anche una preziosa tela rinascimentale rappresentante la decapitazione di san Giovanni Battista.

Proseguiamo la scoperta del borgo attraversando a piedi le sue stradine ornate di fiori e di case dalla tipica fattura normanna.

   

   

Altra particolarità e attrazione locale è costituita da un enorme e centenario platano, situato al centro della piazza principale del paese. Dall’alto dei suoi 30 metri di altezza e orgoglioso dei suoi 7 metri di diametro, questo platano eccezionale sarebbe stato piantato tra il 1793 e il 1805 da un giardiniere locale che avrebbe piantato i semi importati dalla Siria dal Cardinale di Bellay. La sua chioma copre una superficie di circa 450 meri quadri. Molti sono i personaggi che si sono riposati all’ombra di questo maestoso albero che è stato iscritto nel registro degli alberi notevoli e storici.

La sua presenza benevola ci accompagna in questo ultimo tratto del nostro viaggio.

 

Dopo la colazione, infatti, riprendiamo il percorso su stradine di campagna che attraversano boschi e campi coltivati a perdita d’occhio e approfittando ancora di qualche attimo per visitare i borghi che si susseguono con le loro chiesette e belle dimore nobiliari, prima di riprendere il treno per Parigi e concludere questa meravigliosa avventura.